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Sei un nuovo collezionista?

Con la tua partecipazione attiva contribuirai a far crescere un lavoro creativo cominciato più di 30 anni fa.

Acquisisci tutte o alcune delle opere, segui la tua ispirazione e prosegui il percorso sperimentale che ho iniziato.

Un nuovo “percorso sociale” in particolare mi sta a cuore e lo racconto così come lo immagino e come mi piacerebbe che si sviluppasse.

Il mio operato di 30 anni, lo considero l’installazione più audace, e condivido con voi l’intera esperienza di vita, incluse tutte quelle opere sperimentali che non sempre mi soddisfano o mi rappresentano, ma fanno parte di un percorso esperienziale imprescindibile e che dovrà essere solo un punto di partenza per il “collezionista”.

 

Penso ad uno scenario associabile al significato profondo di “metamorfosi”, al passaggio e la conseguente presa di responsabilità nel seguire la crescita, la trasformazione dei lavori che verrano acquisiti da parte di un singolo o da una collettività.

Come sia possibile “prendersi cura” di questo insieme di oggetti e pensieri – ricucendo una trama che ne determina un nuovo sviluppo, un nuovo pensiero, una nuova opera – mi è lecito solo immaginarlo.

Il mio compito è quello di ponderare nuovi linguaggi espressivi ma in una dialettica sociale e di condivisione, voi avrete l’ultima parola.

Ancora 1

Per comprendere meglio ecco alcuni passaggi che scandiscono l’iter progettuale.

1) scegli una o più opere dal sito Andrea Biavati

2) prenota e acquisisci l’opera dal form in fondo la pagina

3) pensa a come interagire con l’opera (agisci come fossi un’artista, tutto è lecito)

4) documenta l’evolversi del tuo lavoro sulla pagina FaceBook metamorfosi

Esempio concreto per essere più pratici e meno teorici

Ho deciso di partecipare a questo progetto Metamorfosi, anche se a dirla tutta ancora non l’ho messo bene a fuoco. Quindi ho seguito tutti i passaggi cominciando a scegliere un’opera da acquisire dal sito Andrea Biavati dove mi sono persa tra i tanti stili e manufatti di diversa natura e tecnica. Una volta selezionato il dipinto ho scritto dal form, in fondo a questa pagina, per chiedere se era disponibile e quali fossero le procedure per l’acquisizione e per essere più precisa, oltre al titolo dell’opera l’ho descritta.

Andrea mi ha risposto spiegandomi dettagliatamente tutti i passaggi in particolare sulla spedizione, (non vivo a Roma), la transazione economica, ecc… Ma avevo ancora dei dubbi che abbiamo approfondito con una conversazione che mi ha aiutato a dissolverli.

Disposto il bonifico, Andrea ha fatto una diretta streaming dalla pagina Metamorfosi documentando l’imballaggio dell’opera scelta e dicendo che il percorso, l’evoluzione dell’opera condivisa, la crescita, comincia da semplici gesti che non possono perdersi nel nulla. In fondo la performance comincia proprio da questo passaggio di scambio.

Finalmente mi è arrivata l’opera, l’ho scartata senza neanche documentare l’unboxing :))) tanta l’emozione, dopodiché il vuoto assoluto. L’unico intervento che sono riuscita a pensare si è concretizzato nella pubblicazione di un post sulla pagina FB Metamorfosi dove ringraziavo Andrea e manifestavo il mio “momento”.   

Non mi veniva in mente niente di interessante e non sapendo come interagire con l’opera ho deciso di attaccarla alla parete… così fan tutti :))) Magari altri partecipanti sono stati folgorati dalla creatività ma a me non è accaduto, non nell’immediato. Ci sono voluti molti gg. per trovare il mio modus operandi e la soluzione si è presentata spontaneamente mentre facevo il mio lavoro ordinario, a dirla tutta è grazie a questo che ho potuto trovare la chiave di volta e così ho cominciato ad evolvere il dipinto.

Il lavoro che ho cominciato e tutti i passaggi che ritengo importanti li posto sulla pagina FB, ma la cosa interessante e che dagli altri utenti, che hanno aderito allo stesso progetto e che pubblicano a loro volta, ho molti input nuovi che stimolano a cambiare anche le mie scelte. 

È interessante vedere come la rete creata da Andrea abbia dato luogo a una nuova forma di collezionismo “partecipato”. In genere l’artista non ama che si deturpi la propria opera o che si speculi sulla vendita ecc. In questo caso Andrea genera un nuovo pensiero “Il mio compito è quello di ponderare nuovi linguaggi espressivi ma in una dialettica sociale e di condivisione, voi avrete l’ultima parola.”

 

Ci spetta l’ultima parola :)

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